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Gli occhi sulla città-Sant’Elmo

Sant’Elmo è uno dei miei luoghi preferiti, sulla collina che sovrasta Napoli non è il monumento più visitato anche se è il più alto. Le persone sono molto più affascinate dalla monumentalità e forse classicità del Complesso di San Martino, ma per me, non me ne voglia la Certosa, e sempre e solo un complesso monastico come tanti. Sicuramente la vista è la più bella del mondo. Ma dall’alto del Castello a forma di stella è ancora più sublime quasi struggente.

Informazioni storiche:

Le prime notizie relative a Castel Sant'Elmo lo indicano, intorno al 1275, come una residenza fortificata angioina, denominata Belforte; fu successivamente Roberto d'Angiò nel 1329 a volere l'ampliamento del palatium e l'incarico fu affidato a Tino di Camaino, allora impegnato nella costruzione della vicina Certosa di San Martino. L'attuale configurazione con l'impianto stellare a sei punte si deve invece alla ricostruzione cinquecentesca, voluta, tra il 1537 e il 1547, da Don Pedro de Toledo durante il vice-regno spagnolo. Il progetto fu realizzato dall'architetto militare spagnolo Pedro Luis Escrivà.

Il castello è stato spesso utilizzato nel corso dei secoli successivi come carcere, vi furono rinchiusi Tommaso Campanella, accusato di eresia e più tardi i patrioti della rivoluzione napoletana del 1799 come Gennaro Serra, Mario Pagano e Luigia Sanfelice. E’ stato carcere militare fino al 1952. Dei lavori di restauro negli anni 80 hanno reso possibile il recupero dell’originaria struttura, rendendo visibili gli antichi percorsi, i camminamenti di ronda e gli ambienti sotterranei, dove è stato realizzato un grande Auditorium.

Oggi visitare il Castel Sant’Elmo vi da l’opportunità di spaziare tra il tempo, all’interno di una architettura di fortificazione così particolare e articolata scoverete il Museo del 900. In questo luogo che sovrasta la Piazza d’armi sono esposte oltre 170 opere realizzate da 90 artisti napoletani, con l’aggiunta anche di alcune presenze di maestri non napoletani che con ruoli diversi furono attivi in città.

Curiosità e non solo su un luogo sublime:

  1. NOME: Castel Sant’Elmo si chiama così non perché ci sia un qualche elmo militare magico nascosto, bensì perché anticamente la collina dove è situata la fortezza aveva il nome di Sant’Erasmo, da cui Eramo, Ermo e poi Elmo.
  2. FORMA: Castel Sant’Elmo è l’unico castello in tutto il mondo ad essere stato costruito su una pianta a sei punte. Il significato di questa scelta si presta a varie interpretazioni. Molti storici hanno fatto riferimento all’esagramma del popolo ebraico; altri hanno preso in considerazione l’alchimia, essendo questo il simbolo dell’unione tra l’elemento del fuoco e quello dell’acqua e rappresentando l’equilibrio cosmico. La struttura presenta anche l’anomalia di non avere torrione.
  3. LA PRESENZA : Pedamentina  il Fantasma e il mistero dei sotterranei. Secondo un’antica leggenda, lungo la Pedamentina, cioè la piccola scalinata che fiancheggia la collina su cui si erge il castello, vivrebbe un fantasma vestito di bianco che si diverte a spaventare i visitatori mentre entrano e escono dal castello. Inoltre, nei sotterranei si udirebbero di sera strani gemiti e lamenti, forse sarà il vento o forse Pedamentina.
  4. AVVENTIMENTI PARTICOLARI: Un fulmine cadde su Castel Sant’Elmo uccidendo 150 persone. Nel 1587 un fulmine colpì la polveriera del castello, distruggendo la maggior parte delle stanze dei castellani e dei militari insieme alla chiesa che sorgeva all’interno della fortezza. La tragedia fu enorme: si contarono più di 150 morti e numerosi furono anche i danni arrecati alla città. L’edificio fu ricostruito soltanto tra il 1599 e il 1610 dall’architetto Domenico Fontana

Oggi il Castello è un centro di ricerca e sperimentazione con il suo premio internazionale “un’opera per il Castello che dal 2011, giovani artisti finanziandone la realizzazione dell’opera più meritevole.

Affianco alla serie di installazioni che artisti già affermati hanno realizzato per Castel Sant’Elmo, da Eugenio Giliberti a Giancarlo Neri, da Mimmo Paladino a Sergio Fermariello e ad Alberto Di Fabio, si affiancano le opere dei vincitori del Concorso.

Un luogo che coniuga passato, presente, storicità ed innovazione, con lo sguardo rivolto verso la città ma anche oltre.

Andiamoci insieme

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